martedì 3 agosto 2010

Caprioli e daini non sono le uniche vittime


Come ormai tristemente noto la Provincia di Piacenza ha deliberato l'abbattimento di daini e caprioli. A testimonianza della contrarietà dei Verdi ci sono le nostre prese di posizione come sul nostro blog dove ci occupiamo del tema già il 21 novembre scorso.Ma ciò che ci preme sottolineare non è quanto già egregiamente detto dalle associazioni ambientaliste ma cogliere il nocciolo politico della situzione.La campagna e ancor più la montagna, piacentine e non solo, sono in difficoltà. Chi vive e lavora in questi territori trova sempre maggiori problemi, molte aziende agricole non ce l'hanno fatta a sopravvivere e molte altre rischiano la stessa fine. In questo scenario l'abbattimanto di più di 300 animali innocenti sembra che venga accolto con favore perché finalmente si fa qualcosa per gli agricoltori non dando ascolto a dei poveri estremisti ambientalisti. Ma siamo proprio sicuri che sia così? Non si è forse scelto di affrontare con superficialità il problema della gestione della fauna selvatica? Non si è forse persa l'occasione di un intervento finalmente organico e davvero scientifico? Certo fare le cose per bene richiede impegno, ma soprattutto richiede risorse ed è questo il punto. Nel nostro paese per la campagna e la montagna le risorse non ci sono. Per chi ci governa questi sono territori marginali da sfruttare il più possibile e poi da buttare. Ben venga trasformare le nostre campagne in poligoni di tiro, ben venga abolire qualsiasi norma a tutela dei territori, ben venga costruire superstrade per un turismo mordi e fuggi che depreda e non lascia ricchezze ai residenti. Ben venga far scomparire la campagna con spaventose lottizzazioni di villette tutte uguali e senza servizi. Ben venga sfruttare il duro lavoro di agricoltori e allevatori con prezzi dei prodotti agricoli da fame. Spremere, sfruttare depredare questa è la politica italiana per la nostra campagna. Quando poi in Italia non ci saranno più agricoltori, ci saranno comunque persone in altri paesi da sfruttare ancora di più, in Cina per avere i pomodori o in Tunisia per i fagiolini. Ciò che fa rabbrividire in tutta questa storia dei daini e caprioli è che a plaudire all'intervento di abbattimento sono le vere vittime.

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